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Cos'è l'analisi tecnica e a cosa serve

19.08.2013 09:43

L’analisi tecnica si può sinteticamente definire come la disciplina che studia i mercati basandosi sui grafici. La sua origine si fa risalire al 1884, quando Charles Henry Dow (co-fondatore dell’indice Dow Jones) pubblicò sul Wall Street Journal una serie di articoli sull’evoluzione della Borsa.

Le tre regole evidenziate da Dow
Il suo ragionamento su basa su tre convinzioni. Innanzitutto che il prezzo attuale di un’azione ingloba qualsiasi fattore (di tipo contabile, politico o macroeconomico che sia) ne possa condizionare l’andamento: in base a questa convinzione, risulta superfluo analizzare le cause di un movimento di prezzo, così come impiegare il proprio tempo per analizzare i fondamentali di un’azienda.
Il secondo principio indica che i prezzi non si muovono in maniera casuale, ma seguono un trend, un movimento definito, che resta in voga fino a quando non si presenta un segnale di inversione. Dow portò come paragone l’andamento delle maree, che avanzano per poi retrocedere e quindi spingersi ancora più avanti, fino a un punto in cui il processo si inverte. Pertanto un bravo analista tecnico deve essere in grado di rilevare il trend in corso e agire di conseguenza. I più famosi tra gli analisti tecnici sottolineano che la massimizzazione del profitto deriva proprio dalla capacità di  assecondare i movimenti del mercato, senza avere la pretesa di entrare sui minimi e uscire sui massimi.
Infine che la storia tende a ripetersi nel tempo. In presenza di situazioni simili, gli operatori di mercato tendono ad assumere comportamenti analoghi, mossi dalla voglia di guadagnare e il timore di perdere: situazioni che indirizzano di conseguenza trend e volumi. Analizzando i grafici delle serie storiche si ricavano i pattern, figure che tendono a risolversi con maggior probabilità in una data direzione, aiutando così l’analista tecnico nella formulazione di previsioni statisticamente fondate.

Le caratteristiche del grafico
Il grafico è composto dalle variabili prezzo e tempo sull’ascissa e l’ordinata. Quindi, in linea di principio si tratta di uno strumento semplice, ma le rappresentazioni possono essere molteplici (ad esempio si può prendere in considerazione il prezzo in chiusura di seduta o una media ponderata relativa al 10% di scambi finali).
I prezzi di Borsa non seguono movimenti lineari, ma procedono a zig-zag, man mano che la domanda e l’offerta si incontrano a formare il prezzo della singola compravendita. Nel tempo, comunque, si formano serie di onde con minimi e massimi, che caratterizzano il trend.  Diventa perciò importante individuare i supporti e le resistenze, che indicano i punti di svolta del trend, rispettivamente ascendente e discendente. Il modo più semplice per rilevare un trend in atto è
unire due o più punti di minimo crescenti (a evidenziare un trend rialzista) o decrescenti (nel caso di andamento ribassista) a formare una linea retta. La trendline è tanto più forte, quanto più dura nel tempo e quanto più numerosi sono i punti di contatto.